Nessun cittadino avrà dimenticato come, nel corso della propria brevissima e sciagurata esperienza di malgoverno, Romano Prodi ebbe a nominare Ministro della Giustizia l’on. Clemente Mastella, comunemente a buon diritto ritenuto emblema di certa voltagabbana politica nostrana; un serbatoio di voti deambulante, provento di vecchie e mai cessate pratiche clientelari, in prevalenza localizzate - duole dirlo, ma è la verità - nel nostro profondo sud.
Al novello europarlamentare Mastella, nel periodo in cui ricopriva la carica di Ministro, ebbi a spedire (ovviamente firmata con nome e cognome, e corredata di indirizzo e numero telefonico), una mail presso il recapito ufficiale in dotazione a tutti i deputati, nella quale (unitamente ad una serie di osservazioni critiche sulla politica demenziale posta in essere in ordine a certe tematiche concernenti il funzionamento del Tribunale di Napoli), profetizzavo l’ingloriosa caduta del governo Prodi, avvertendo il deputato che certamente, in caso di difficoltà (puntualmente sopravvenute) i suoi nuovi “compagni di merende” di questa singolare “sinistra” italiana, visti i suoi trascorsi e la… stima popolare della quale godeva, avrebbero assestato al Mastella un poderoso calcio nel culo, mandandolo a farsi benedire da uno di quei curati di campagna, suoi amici.
Il resto… è storia del nostro Belpaese.
Ora, mi capita di leggere (su un allegato al Corriere della sera… e dove sennò?) che l’on.le Mastella mette in guardia il Presidente Berlusconi da un presunto complotto ai danni del governo, ordito dal diabolico (il solito) Massimo D’Alema, con il quale ci si riproporrebbe di scalzare Berlusconi, sostituendolo con Pierferdinando Casini alla guida dell’Esecutivo.
Qualcosa di vero deve esserci: in un post precedente avevo già sottolineato frequentazioni inquietanti tra Montezemolo e Gaetano Caltagirone, il suocero di Casini, che paga al giovane virgulto i conti della politica... e non solo quelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Gaetano_Caltagirone).
Proprio in occasione di un convegno organizzato dal Caltagirone, peraltro, recentemente il Montezemolo aveva rivolto al paese un appello sulle sue parole d’ordine (la mia traduzione… è nota) di “meritocrazia e concorrenza”.
Ma che si tratti di Casini, di Draghi, o di qualunque altro prezzolato professorucolo da strapazzo, e quale sia il contenuto di questo vergognoso ennesimo accordo tra poteri forti per rovesciare il risultato delle libere elezioni, a mio avviso poco conta: mi pare che anche questa volta siano stati stati fatti i conti… senza GLI osti.
Il primo, ovviamente, è Silvio Berlusconi, recentemente ulteriormente rinfrancato dal positivo giudizio delle urne per le consultazioni amministrative, ed abituato, come giustamente rileva Mastella nello stesso articolo, a “difendersi con i carri armati”.
Ma il secondo “oste” è addirittura più temibile del primo: è il popolo italiano.
Gli italiani (il concetto… non pare evidentemente sufficientemente chiaro) non hanno scelto di farsi governare da Berlusconi perché convinti da Emilio Fede, o in quanto vittime di una sorta di innamoramento figlio della pozione magica di una qualche megera di passaggio: gli italiani hanno scelto di farsi governare da Berlusconi perché non vogliono al potere, fortissimamente non vogliono, quella maledetta accozzaglia di fascimpresisti parassiti, accompagnati dal loro pietoso circo di giullari e questuanti, professori universitari ed ex sindacalisti, che non hanno lavorato un sol giorno in vita loro.
Bisogna fare grande attenzione: quando Prodi cercò con demenziale violenza di governare i fenomeni economici italiani contro il Paese e le sue categorie produttive, fu costretto a starsene rinchiuso nelle sedi istituzionali, perché ogni volta che metteva fuori il naso (lui, Padoa Schioppa, Visco e… tutti gli altri) rischiava seriamente di beccarsi non solamente vibrate manifestazioni di dissenso, ma di buscarle di santa ragione.
Un episodio pare più eloquente di qualunque discorso: il tentativo di linciaggio dell’economista Giavazzi ad opera dei tassisti romani; a dimostrazione palese che la gente comprende benissimo i fenomeni politici ed economici che agitano la nazione, le vere dinamiche sottese ad accadimenti apparentemente diversi e distanti.
Gli italiani… gli italiani sono così, sono brava gente, sopportano quasi tutto.
Quando però arriva il momento in cui si cerca di sovvertire la volontà del Popolo, quando compaiono i nuovi fascisti a tentare di privarli del loro diritto di scelta democratica, se gli girano i coglioni, sono anche capaci di appendere a testa in giù su un Piazzale chi li aveva sottovalutati, e di sputare sui loro cadaveri.
Al novello europarlamentare Mastella, nel periodo in cui ricopriva la carica di Ministro, ebbi a spedire (ovviamente firmata con nome e cognome, e corredata di indirizzo e numero telefonico), una mail presso il recapito ufficiale in dotazione a tutti i deputati, nella quale (unitamente ad una serie di osservazioni critiche sulla politica demenziale posta in essere in ordine a certe tematiche concernenti il funzionamento del Tribunale di Napoli), profetizzavo l’ingloriosa caduta del governo Prodi, avvertendo il deputato che certamente, in caso di difficoltà (puntualmente sopravvenute) i suoi nuovi “compagni di merende” di questa singolare “sinistra” italiana, visti i suoi trascorsi e la… stima popolare della quale godeva, avrebbero assestato al Mastella un poderoso calcio nel culo, mandandolo a farsi benedire da uno di quei curati di campagna, suoi amici.
Il resto… è storia del nostro Belpaese.
Ora, mi capita di leggere (su un allegato al Corriere della sera… e dove sennò?) che l’on.le Mastella mette in guardia il Presidente Berlusconi da un presunto complotto ai danni del governo, ordito dal diabolico (il solito) Massimo D’Alema, con il quale ci si riproporrebbe di scalzare Berlusconi, sostituendolo con Pierferdinando Casini alla guida dell’Esecutivo.
Qualcosa di vero deve esserci: in un post precedente avevo già sottolineato frequentazioni inquietanti tra Montezemolo e Gaetano Caltagirone, il suocero di Casini, che paga al giovane virgulto i conti della politica... e non solo quelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Gaetano_Caltagirone).
Proprio in occasione di un convegno organizzato dal Caltagirone, peraltro, recentemente il Montezemolo aveva rivolto al paese un appello sulle sue parole d’ordine (la mia traduzione… è nota) di “meritocrazia e concorrenza”.
Ma che si tratti di Casini, di Draghi, o di qualunque altro prezzolato professorucolo da strapazzo, e quale sia il contenuto di questo vergognoso ennesimo accordo tra poteri forti per rovesciare il risultato delle libere elezioni, a mio avviso poco conta: mi pare che anche questa volta siano stati stati fatti i conti… senza GLI osti.
Il primo, ovviamente, è Silvio Berlusconi, recentemente ulteriormente rinfrancato dal positivo giudizio delle urne per le consultazioni amministrative, ed abituato, come giustamente rileva Mastella nello stesso articolo, a “difendersi con i carri armati”.
Ma il secondo “oste” è addirittura più temibile del primo: è il popolo italiano.
Gli italiani (il concetto… non pare evidentemente sufficientemente chiaro) non hanno scelto di farsi governare da Berlusconi perché convinti da Emilio Fede, o in quanto vittime di una sorta di innamoramento figlio della pozione magica di una qualche megera di passaggio: gli italiani hanno scelto di farsi governare da Berlusconi perché non vogliono al potere, fortissimamente non vogliono, quella maledetta accozzaglia di fascimpresisti parassiti, accompagnati dal loro pietoso circo di giullari e questuanti, professori universitari ed ex sindacalisti, che non hanno lavorato un sol giorno in vita loro.
Bisogna fare grande attenzione: quando Prodi cercò con demenziale violenza di governare i fenomeni economici italiani contro il Paese e le sue categorie produttive, fu costretto a starsene rinchiuso nelle sedi istituzionali, perché ogni volta che metteva fuori il naso (lui, Padoa Schioppa, Visco e… tutti gli altri) rischiava seriamente di beccarsi non solamente vibrate manifestazioni di dissenso, ma di buscarle di santa ragione.
Un episodio pare più eloquente di qualunque discorso: il tentativo di linciaggio dell’economista Giavazzi ad opera dei tassisti romani; a dimostrazione palese che la gente comprende benissimo i fenomeni politici ed economici che agitano la nazione, le vere dinamiche sottese ad accadimenti apparentemente diversi e distanti.
Gli italiani… gli italiani sono così, sono brava gente, sopportano quasi tutto.
Quando però arriva il momento in cui si cerca di sovvertire la volontà del Popolo, quando compaiono i nuovi fascisti a tentare di privarli del loro diritto di scelta democratica, se gli girano i coglioni, sono anche capaci di appendere a testa in giù su un Piazzale chi li aveva sottovalutati, e di sputare sui loro cadaveri.