giovedì 25 giugno 2009

I monopoli autonomi e sovranazionali

Il filosofo Umberto Galimberti, nell’indagare quelle che gli appaiono come le ragioni di un disinteresse sostanziale della nuova generazione verso i temi politici del cambiamento ( http://www.youtube.com/watch?v=zfzFib23u8E&feature=related ), individua in una sorta di indecifrabile evanescenza del “mercato” una delle principali ragioni della difficoltà di individuare concretamente i soggetti responsabili della trasformazione globale che ha condotto alla realizzazione di un nuovo ordine mondiale, nel cui ambito immensi poteri finanziari si sono rivelati in grado di accentrare un potere senza precedenti, addirittura maggiore di quello da sempre detenuto dagli Stati nazionali.
Tutti abbiamo compreso, in altre parole, come il fenomeno della cosiddetta globalizzazione sia governato da nuovi soggetti finanziari, i cui interessi si sono saldati (e si stanno ancora, costantemente, in qualche modo continuando a saldare), che ha imposto un modello di sviluppo nel quale si sarebbe affermata quale nuova ideologia unica quella dell’aumento dei profitti e diminuzione dei costi (cui si accompagna una nuova e più tremenda forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo). Nei post precedenti ho illustrato ampiamente il mio pensiero sul punto, sinteticamente richiamando anche le interpretazioni di autorevoli filosofi ed osservatori.
Ma è vero oppure no che gli immensi interessi che governano i nuovi centri del potere globale siano privi di volto? E’ corretto affermare che sia tanto difficile individuare i detentori del nuovo potere assoluto, allo scopo di indagare nuove possibilità di resistenza culturale e contrapposizione ideale?
Chi c’è dietro quelle “corporazioni transnazionali” che “distribuiscono direttamente la forza lavoro tra i differenti mercati, allocano funzionalmente le risorse, organizzano gerarchicamente i settori della produzione mondiale”? (da IMPERO, di Hardt/Negri, ediz. BUR, 2007)
A chi fa capo quel “complesso apparato che seleziona gli investimenti e che dirige le manovre finanziarie e monetarie e determina la nuova geografia del mercato mondiale, e di fatto la nuova strutturazione biopolitica del mondo”?
Possibile che realmente non sia quantomeno possibile individuare i fenomeni economici che costituiscono l’espressione manifesta ed immediata delle nuove realtà finanziarie globali?
Io non ci credo. La domanda è evidentemente retorica. Gli esempi appartengono al nostro quotidiano. Si pensi a titolo esemplificativo al cosiddetto fenomeno della “grande distribuzione”.
Da tempo si è ormai affermato in ambito economico, e non solo nei ricchi paesi occidentali bensì in tutto il pianeta, il fenomeno della progressiva crescita di soggetti non più solo in grado di operare la distribuzione di beni e servizi, ma di produrli direttamente; questi giganteschi centri di interesse appaiono oggi in grado di mirare alla creazione di veri e propri monopoli produttivi e distributivi, progressivamente realizzando (forti dell’iniziale condizione di supremazia) il trasferimento di ogni e qualsivoglia forma di produzione di ricchezza, attirandola a sé, come un immenso buco nero.
La grande distribuzione si manifesta sul mercato come un soggetto in grado di annientare qualunque forma di concorrenza: avendo infatti la possibilità di esser presente in praticamente tutti gli ambiti commerciali, può quasi sempre praticare iniziali condizioni economiche particolarmente favorevoli all’utilizzatore finale, accaparrandosi in tal modo la clientela, e costringendo alla chiusura gli altri operatori strozzati dal lievitare dei costi, potendo ciò realizzare sia grazie alla possibilità di lavorare inizialmente in perdita in certi settori (avendone altri assai produttivi), nonché ricattando successivamente i fornitori, imponendo prezzi di acquisto delle merci bassissimi (è noto come ai produttori di latte, per fare un esempio, vengano imposti prezzi risibili, attuando poi sullo stesso bene ricarichi – e conseguentemente guadagni – altissimi).
Ora, se leggiamo i dati (che certo sono parziali) relativi ai gruppi più importanti, rimaniamo sconcertati: la Carrefour (http://aziende.monster.it/carreit/ ) opera con numeri degni di uno Stato nazionale, ed altrettanto può dirsi per Auchan (http://www.auchan.it/ChiSiamo/AuchanNelMondo/INumeri/Pagine/INumeri.aspx ), nonché per altre realtà di dimensioni minori, spesso destinate a venire presto o tardi fagocitate, in questo mostruoso processo di crescita all’infinito, da realtà più grandi (in ambito nazionale, si pensi per esemplificare alle Coop, alla Conad, alla Esselunga).
E’ noto a tutti come negli ultimi anni nel nostro paese siano state aperti centinaia di nuovi punti vendita di queste immense realtà globali.
E dovrebbe essere noto a tutti (ma molti non lo hanno ancora compreso) come le politiche economiche dei governi che si sono succeduti (quello di Berlusconi in verità un po’ meno) abbiano puntato a favorire il processo di crescita di queste realtà nel nostro panorama nazionale; non si comprende se per miopia, o per attuare un preciso e perverso piano finanziario.
La breve esperienza del governo di Romano Prodi è sul punto illuminante: la violenza cieca con la quale si è tentato (spesso con esiti favorevoli) di far entrare la grande distribuzione in realtà economiche tradizionalmente estranee agli ambiti suoi tradizionali, ha avuto dell’incredibile: le cosiddette “lenzuolate” del ministro Bersani, al di là degli aspetti più eclatanti e paradossali (si pensi all’apertura di centri di consulenza legale, o addirittura… psicologica, all’interno di centri commerciali) si è accompagnata all’attribuzione di nuove immense potenzialità produttive quali, ad esempio, la possibilità di accedere alla produzione diretta di specialità farmaceutiche, con propri nuovi marchi, con gli immensi benefici connessi.
Il tutto contestualmente ad una martellante campagna mediatica condotta sui fronti più svariati, con i quali si è tentato di spacciare il riequilibrio di assetti economici tradizionali, in favore dei nuovi monopolisti, per misure in grado di favorire la concorrenza ed i consumatori (che hanno invece ricevuto in cambio benefici assai modesti, con ogni probabilità solo temporanei).
Come è possibile che fenomeni di tale rilevanza possano realizzarsi nella sostanziale indifferenza ed incomprensione dei cittadini? Come si può pensare che il mutamento profondo degli equilibri finanziari, economici, produttivi e distributivi del mercato non sia stato accompagnato da discussioni accese, da un dibattito consapevole, da parte del corpo sociale? Come possono gigantesche realtà produttive come quelle alle quali si è fatto cenno realizzare modificazioni tanto profonde del mercato, impoverendo interi ambiti regionali, fornendo in cambio pochi (e quasi sempre precari) posti di lavoro, senza che i partiti, i sindacati, i media, la pubblica opinione si siano lungamente interrogati sull’opportunità sociale di simili modificazioni, spesso giustificate con motivazioni vaghe ed insignificanti (“il mondo cambia…. la Cina, ah, la Cina!”).
Sono interrogativi non solamente privi di meditate risposte… sono interrogativi che non sono mai stati posti.
Perché?

13 commenti:

  1. Mah, le cose non stanno proprio così... Una passeggiatina fuori dal pollaio italiano non ti farebbe male... Le vecchie salumerie, per es., qui in Spagna, si sono felicmente riciclate o in empori (spesso retti da cinesi) o in "gourmet" di buon livello (semrpe retti da spagnoli), per una spesa di qualità. Il resto, me compreso, va ttranquillamente al supermercato: perché ci fa campare meglio, si adatta ai tempi rapidi della società moderna, è migliore nei prezzi, speso include vari negozi indipendenti al suo interno... senza nessuna ossessione di complotti "giud...." ops -massonici. Il problema è che l'Italia, come l'Iran, è il paese della fazioni e delle microbotteghe.

    Infine: le "condizioni economiche particolarmente favorevoli all’utilizzatore finale" (cosa perlatro da on disprezzare) mi ricordano un altro "utilizzatore finale" che insieme al divulgatore di questa immonda espressione, dovrebbe andare a nascondersi... o magari suicidarsi, perché lui si che sta distruggendo l'Italia. Odiamolo sempre, odiamolo molto.

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  2. Il tuo commento non mi stupisce. Il fatto che non ti inquietino i profondi fenomi modificativi delle realtà produttive e distributive, con la creazione di monopoli mondiali, è probabilmente una delle ragioni per cui questi fenomeni possono verificarsi senza che nessuno ne discuta, si interroghi ed... interroghi.
    Mentre odi Berlusconi, cerca di comprendere ogni tanto quali siano le strategie messe in essere da questi colossi, e comprenderai che le condizioni economiche favorevoli al consumo sono sempre solo iniziali, e permangono fino a quando la concorrenza non sia stata sbaragliata, il territorio impoverito (come la Campania, dove una testa pensante come Saviano giustamente si domanda... come mai siano stati aperti CINQUANTA NUOVI ipermercati negli ultimi cinque anni), ed ogi forma di produzione BIOPOLITICA fagocitata.
    Odia Berlusconi, mentre spingi il tuo carrello... e non ti proccupare, non sei solo un codice a barre, possiedi una vera coscienza politica...

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  3. Strano... il "gran capitale" ti ripugna quando fa ipermercati, ma non ti preoccupa, anzi plaudi quando va in giro per il mondo fomentando colpi di stato e ammazzando innocenti...
    Odiare Berlusconi è il primo dovere dell'uomo con dignità.

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  4. E poi, dici: "comprenderai che le condizioni economiche favorevoli al consumo sono sempre solo iniziali". QUANDO MAI! In Spagna sono vent'anni che ce ne sono a migliaia e i prezzi vanno sempre più giù. Anzi, ora in periodo di crisi, trionfano le "marche bianche" economicissime. Il problema dei monopoli mandiali mi preoccupa, ma io non inizierei precisamente dai supermercati...

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  5. Caro Al Pappone (ma chi sei? un parente di Montezemolo?), se ti riferisci a quello che sta avvenendo in Iran, ti dico, senza astio alcuno e con il massimo della serenità, che stai delirando: ma su un punto hai ragione, sono profondamente convinto che il regime degli ayatollah di Teheran sia una minaccia per il mondo intero... dopo che per gli iraniani, che sono un popolo eccezionale.
    Qualunque azione rivoluzionaria tesa all'abbattimento della più feroce, violenta, fanatica teocrazia che il mondo abbia mai conosciuto la valuterei come salutare... e doverosa.
    Quanto all'omicidio degli innocenti... stai difendendo un regime di fanatici che fanno lapidare le donne che abbiano subito uno stupro, frustare chi porta a spasso un cane (animale impuro per Allah e per gli islamici), ed impiccare pubblicamente alle gru gli omosessuali... un pò di vergogna... no?

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  6. Caro Zorro... il problema dei monopoli mondiali non è diverso da quello degli ipermercati, che sono il terminale più vicino a noi di quei monopoli. Le logiche commerciali applicate da questi gruppi per farti credere ad una inesistente convenienza economica sono talmente conosciute che credo sia inutile soffrmarcisi più di tanto. Il problema qui non è che dal salumiere la mortadella costa trenta centesimi di più... il problema è che chi produce quella mortadella sta operando per rimanere l'unico a produrla. Nonchè il fatto che stanno equiparando ogni tua comunicazione, affetto, emozione, ogni tua manifestazione BIOPOLITICA... a quella mortadella.
    E... parliamone, ben venga l'INIZIO di una discussione su questi temi.

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  7. Zorro&Al Pappone6/27/2009 04:23:00 AM

    Egregio avvocato, crediamo che Lei ha una visione della politica internazionale un tantino... naïf.
    Ecco un paio di utili punti di partenza:

    http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
    http://temi.repubblica.it/limes/

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  8. Per la verità, avendo umilmente seguito i link propostimi, nel primo trovo una critica documentata delle politiche di Mousavi... e credo che basti leggere quello che ho già scritto per rendersi conto che, mi pare, rafforzi il mio pensiero.

    Quanto al secondo link... ho letto e leggerò, ma Repubblica è il quotidiano di De Benedetti, e non a caso metà del giornale è sempre dedicato alle vicende della Fiat, e delle sue collegate multinazionali globali.
    Temo che come esempio di giornalismo obiettivo, ed interessato solo alla diffusione di notizie veritiere... possiate trovare di meglio, se cercate.

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  9. Leggo peraltro, nell'articolo con il quale si voleva contestare la mia asserzione che la Repubblica iraniana fosse una teocrazia che "il vertice istituzionale dello Stato è rappresentato dalla Guida della rivoluzione (rahbar-e enghelab); cioè il giurisperito designato a rappresentare politicamente l’Imam in attesa del suo ritorno nel giorno del giudizio".

    Forse avete ragione, non è nemmeno una teocrazia: il regime iraniano è un covo di fanatici criminali religiosi, che sottopone a torture atroci le donne, gli omosessuali, reprimendo con la violenza qualunque tipo di attività di esercizio di libero pensiero, con il quale la comunità internazionale dovrà prima o poi fare i conti.

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  10. AlPappone&Zorro6/27/2009 11:40:00 AM

    Puoi fare di più; per esempio, capire che Limes, a parte il link legato a Repubblica (su cui mi ricordi il don Ferrante manzoniano), è una della maggiori riviste di geopolitica europee. Partendo da lì, potresti cominciare a capire che le cose non sono quasi mai in bianco e nero, che i fanatici e i criminali sono da tutte le parti (in Italia sono al governo, figurati), o che, per esempio, l'Iran è il paese per cui passano, autorizzati, i mezzi NATO che vanno ad ammazzare afgani e pakistani; che i suoi contatti con le amministrazioni occidentali sono complessi e in certi casi addirittura di collaborazione. Che la loro "teocrazia" è basata sul controllo popolare, anche se questo "controllo" è più meno inefficace come lo è in Italia e per motivi molto simili (controllo dei media, demonizzaizone dell'avversario, attacchi ai giudici... ti suona?). Insomma: che per capire bisogna liberarsi delle frasi roboanti, che a furia di ripeterle, non sono neanche più roboanti. Buona riflessione.

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  11. Non credo che la circostanza che con l'Iran sussistano rapporti di collaborazione (specie europei, ed in particolare italiani: lo sappiamo bene) muti i termini della questione; ovvero che la "complessità delle situazioni" possa far dimenticare quale pericolo costituisca un regime che si regge sul fanatismo religioso, sulla persecuzione delle minoranze, sulle esecuzioni capitali. Non comprendo cosa significhi che "i fanatici ed i criminali sono da tutte le parti", non mi pare che questa considerazione qualunquistica possa legittimare alcunchè.
    Sulla retorica dei mezzi NATO che vanno ad ammazzare gli afghani ed i pakistani, poi, mi sia consentito, passo.... perchè la difesa di Al-quaeda (che, come mi hai scritto "non esiste") mi sembra veramente difficile da commentare.

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  12. Intanto Al Pappone se ne fa tutte escort6/27/2009 04:17:00 PM

    "un regime che si regge sul fanatismo religioso, sulla persecuzione delle minoranze, sulle esecuzioni capitali": ma questo è un misto tra l'Italia e gli Stati Uniti!

    Vabbè, la questione è che con le legnate sfoghi solo il malumore, però non afferri, non afferri: so' cose serie: ti sto parlando di intrecci, di "agenda setting", di risorse energetiche, di questioni geostrategiche. Ma lo sai chi sono gli iraniani? Ma lo sai quante minoranze potentissime tengono? Ma lo sai quanto costano i megaoleodotti che l'Occidente vuole fare in Asia, dove, tra l'altro, non capisci che USA combatte contro di noi. SI, DI NOI: hai sentito bene. Alza il nasino e te ne accorgerai, genietto...
    La storiella di fanatici e fautori del burka, mah, credimi, se la ciucciano solo le vecchiette (e secondo me non te la credi manco tu: dai, di' la verità, te ne fotti dei gay e delle "minoranze")...
    Comunque, guagliò: qua c'è gente che maneggia molto denaro e molto potere, at' che braccialetto verde, arancione, giallo, rose, tulipani... ognuna col suo marchietto di fabbrica. QUELLO SI CHE È UN MARCHIETTO DI FABBRICA, FESSACCHIOOOÒ. Come Facebuc(chini): "vieni, c'è il vero dibattito, se veren' 'e video...": CHIOCCHIOOOO!!! Ti stanno muovendo come Mangiafuoco con Pinocchio! Ma qua parliamo e non ci capiamo: qui c'è gente che sta giocando su molti tavole a molte partite, usando le vite di un mare di gente. Qua ci sono interessi potenti che si scontrano a morte, e che le tue paroline d'ordine se le mettono sotto il culo (con decenza parlando). Stiamo parlando del dominio del mondo; un po' di rispetto, please!

    CCA C'È O PPETROLIO NMIEZZ, GUAGLIOOÒ!!! E aggiungi a "petrolio" tutte le accezioni che vuoi.
    Va a veré Limes, va'...

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  13. Santa Maria, madre di Dio6/27/2009 04:22:00 PM

    "Sulla retorica dei mezzi NATO che vanno ad ammazzare gli afghani ed i pakistani, poi, mi sia consentito, passo"

    Questa poi, è di una finezza, di una sensibilità, di una delicatezza, di un'umanità...

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